giovedì 27 ottobre 2016

Tempera, il borgo quando rinascerà sarà un gioiello




Tempera, il borgo quando rinascerà sarà un gioiello 

 

È la frazione dell’Aquila che grazie agli abitanti-proprietari sta per dotarsi di un piano urbano che ridisegnerà il paese











TEMPERA. Premessa necessaria: se andate oggi, 26 ottobre 2016, a vedere il centro storico di Tempera troverete più o meno la stessa desolazione delle altre frazioni del comune dell’Aquila: erbacce, case sventrate, oggetti buttati qua e là. Della chiesa parrocchiale sono rimasti solo il sagrato e il pavimento su cui si legge ancora il nome di monsignor Mario Pimpo che tanti anni fa donò al suo borgo natio un bel po’ di soldi per restaurare l’edificio sacro. Dal posto dove fino al 5 aprile 2009 c’era l’altare si gode un panorama fatto di alberi, orticelli, ruscelli, staccionate: è la riserva del Vera, il fiume che qui oltre a dare il nome al paese è stato da sempre una grande risorsa economica. E guardacaso sta per essere completato il restauro dell’antica rameria con le attrezzature interne che torneranno a essere mosse dallo scrosciare dell’acqua. «Probabile», dice il consigliere comunale Giustino Masciocco, originario di queste parti, «che alcuni locali della rameria diventeranno la sede della Riserva del Vera un sogno dei temperesi che oggi è diventato realtà. Poco più in là è stato avviato il cantiere del mulino Gasbarri, altra gloria di questo posto che in alcuni punti sembra incantato. Anche l’unico abitante del centro storico è un Gasbarri (foto in basso sotto il sommario), è giovane, si chiama Antonio e prima del terremoto aveva restaurato la sua casa a «regola d’arte» grazie ai buoni consigli di un ingegnere. La scossa del sei aprile fece crollare solo il comignolo, il resto non si è mosso. La casa di Antonio è a due passi dalla piazzetta sotto cui scorre il Vera. Dove c’era il bar (che si è temporaneamente spostato) c’è un cantiere avviato da tempo. E’ un po’ il biglietto da visita anche se basta andare poco più in là per trovare, intatti, i segni della tragedia di quasi otto anni fa. Eppure qui a Tempera potrebbe compiersi un prodigio. Se tutto filerà liscio il borgo con le sue peculiarità e con il fascino dell’acqua cheta che scorre sfiorando le case è destinato a diventare un gioiello prezioso che spunterà dalle macerie e dal dolore di quella notte infinita. Qui gli abitanti-proprietari hanno certo guardato ai loro interessi ma hanno pure gettato il cuore oltre l’ostacolo. Tempera è praticamente l’unica frazione dove è stato realizzato un piano di recupero urbano (sul modello di quello previsto ad esempio nel decreto Amatrice). I presidenti dei 15 aggregati hanno svolto per anni un lavoro che ha avuto come presupposto il continuo coinvolgimento dei residenti. Per cui la ricostruzione (che ha un costo complessivo di 42 milioni di euro, come un paio di palazzi dell’Aquila) avrà una sua logica (la famosa idea che è mancata altrove) e l’obiettivo è quello di migliorare l’assetto urbanistico e quindi aumentare il livello di qualità della vita. Per esempio: alcune strade che penetrano nel centro storico saranno, se pur di poco, allargate (cosa che in altri paesi è stato oggetto di risse vergognose), le sagome delle abitazioni saranno ridisegnate, gli accessi ad abitazioni e spazi pubblici saranno migliorati. Il piano di recupero urbano – che il Comune una volta tanto ha supportato in maniera convinta, sarà approvato e reso operativo in una conferenza dei servizi
prevista a breve. Tra 5-10 anni non vedremo un borgo stravolto – rispetto all’ante sisma – ma certo più arioso, accogliente, con la colonna sonora dell’acqua del Vera a completare l’incanto.Un sogno? Forse sì. Ma a Tempera hanno deciso di provarci. Auguri.

da il Centro

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