Iovenitti (Usi civici Tempera): Una legge di spesa e non sanatoria
diSergio Iovenitti (Presidente Usi Civici Tempera) – Per
il cratere sismico certamente occorre una legge dello Stato che
affronti alla radice il problema della ricostruzione, che metta
all’interno di recinti, come avviene a Bruxelles, i lobbisti sempre
pronti a sparare a zero per imporre i loro interessi per una
riedificazione lenta ma regolare, che nuoce solo ai poveri terremotati.
Da
qui, quindi, la necessità, se si vuole veramente ricostruire, di
predisporre una legge che assicuri maggiori controlli da parte dei
Comuni e sanzioni esemplari per chi non rispetta le norme in materia di
sicurezza lavoro, contratti collettivi (lavoro nero), sub-appalti e
tempi di esecuzione lavori.
Una
legge che ordini una rigorosa attività di controllo a direttori dei
lavori, presidenti di Consorzi, amministratori di condominio,
collaudatori e revisore dei conti. Una legge che restituisca orgoglio e
dignità alla città.
Una
legge che preveda la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini
cominciando da uno studio epidemiologico e un monitoraggio costante su
tutti i 57 Comuni per prevenire malattie respiratorie da un inquinamento
ormai costante causato da demolizioni e lavori nel cantiere più grande
d’Europa.
Una
legge che ripensi a come scegliere il contraente; l’ipotesi proposta
aumenta indubbiamente il conflitto tra operatori economici e per i
Consorziati diventa assai difficile scegliere l’impresa di fiducia
valutando qualità dei materiali impiegati, risparmio energetico ed
interventi di sicurezza sismica senza considerare poi le interferenze
esterne. (cambiare per peggiorare!!)
E’
assai faticoso, poi, comprendere il motivo perché fabbricati sensibili
come ospedali, scuole, uffici pubblici vanno riparati a regola d’arte
con procedure pubbliche, con benefici economici per la collettività
anche del 25%, mentre diventa impossibile utilizzare il medesimo
criterio per le case private.
Le
associazioni delle imprese edili, la Confindustria, gli Artigiani e gli
Ordini professionali potrebbero consigliare, ad esempio, che i Consorzi
scelgano i cinque operatori economici di propria fiducia solo dopo aver
ottenuto il nulla osta dall’ufficio Speciale sul progetto esecutivo,
premiando la migliore offerta tecnica/economica.
E’
necessario anche pensare ad una legge regionale che riduca e non
abolisca il consumo del suolo, un bene d’interesse comune che va
tutelato, diversamente, nel lungo termine, la ricostruzione indebolirà
la sostenibilità e la competitività dell’intero Abruzzo con tanti
piccole cattedrali nel deserto.
Come
pure prevedere modifiche della legge urbanistica regionale, L.R.
18/1983, adeguandola alle esigenze mutate dagli eventi dell’aprile 2009,
sburocratizzando e vincolando la Provincia dell’Aquila a partecipare
alle conferenze di servizio convocate dal Comune di L’Aquila per i piani
di recupero delle frazioni.
Ad
oggi, dopo quasi sei anni dal sisma, 58 frazioni del Comune di L’Aquila
non hanno il piano di recupero urbano (unica frazione Onna) ma 35
piccoli Municipi su 55 hanno sottoscritto l’intesa con l’USRC per il
loro piano di ricostruzione, 13 sono in dirittura di arrivo e solo 7 non
hanno ancora fatto nulla. Realtà quest’ultime già pronte ad
intercettare i possibili 5,1 miliardi di finanziamenti con il rischio
per le nostre frazioni di restare al palo.
Onna
e Tempera sono un esempio di come la burocrazia causata dalle
lungaggini dell’ufficio Speciale per la Ricostruzione nell’esaminare le
schede parametriche e i dissapori politici tra Comune e Provincia non
faciliti soluzioni adeguate per le frazioni abbandonate più che mai al
loro triste destino.
da L'Aquila blog
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