domenica 19 ottobre 2014

Riserva del Vera

Ambiente, adesso serve una vera pianificazione

Riserva del Fiume Vera: qualcosa finalmente si muove. È stato approvato recentemente dalla giunta comunale dell’Aquila un progetto di salvaguardia e valorizzazione redatto da competenze specifiche tutte interne all’ufficio ambiente del Comune, per circa duecentomila euro di lavori provenienti dai fondi Fas. Consideriamo sicuramente positivo questo provvedimento. Tuttavia vogliamo sottolineare che sono passati dieci anni dall’istituzione della Riserva Naturale Orientata e ben trenta anni dalla istituzione della prima legge regionale che istituiva il Parco del Vera. Legge, frutto della tenacia e della volontà di alcuni temperesi sostenuti dalle associazioni ambientaliste; l’istituzione del Parco e le evenienze scientifiche scoperte hanno permesso a Tempera di varcare i confini regionali per approdare a convegni italiani ed europei. Sono passati ben trent’anni senza nulla fare, eppure almeno dopo il disastro del terremoto ci si attendeva una attenzione particolare al sistema ambientale del Comune che doveva nascere e crescere con la nuova città ricostruita e riprogettata. Un sistema ambientale che avrebbe dovuto comprendere il Vera, il Vetoio, l’asta fluviale dell’Aterno, San Giuliano, l’area di Roio, gli altri elementi con valori ambientali e archeologici come l’area di Amiternum e quella di Forcona e altro ancora. Questo, purtroppo, non è avvenuto (e non c'è stata neanche la riprogettazione della città dove ci si è fermati a ricostruire dov’era e “peggio” di com’era), oggi parecchie di queste aree stanno subendo pesanti pressioni antropiche che rischiano di distruggerle. Normalmente tutti i Comuni che hanno delle riserve naturali all’interno del proprio territorio considerano ciò come un valore, le tengono come fiore all’occhiello dedicandoci attenzione e cura. Questo, purtroppo, qui non è successo. Nel frattempo intorno al Vera si perdono importanti elementi, scompaiono pezzi di paesaggio agrario costruito e gli orti quasi non esistono più. Purtroppo non se la cavano meglio le altre aree ambientalmente importanti e delicate dove in alcuni casi (Vetoio e Amiternum) il Comune ha approvato inutili strade progettate dall’Anas che le dimezzano. Allora che si fa? La proposta è quella di lavorare intorno a un sistema ambientale complesso che valorizzi e salvaguardi una “rete” ambientale comunale e comprensoriale; di proteggere da subito l’area del Vetoio e per la riserva del Vera costituire gli organismi di gestione, trovare rapporti di collaborazione con il Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga e predisporre una pianificazione condivisa dove “appoggiare” i futuri progetti. Sempre per il Vera, una particolare attenzione va posta agli elementi di archeologia industriale che stanno per scomparire. Nel piano degli espropri è fondamentale acquisire tutte strutture storiche così come è necessario l’acquisizione delle aree circostanti le Sorgenti. Senza un minimo di pianificazione e di oculata gestione di un sistema così delicato si rischia di consegnare l’area ad un futuro incerto.
 Giovanni Cialone Alfonso De Amicis ambientalisti  
 
da il Centro

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