Ambiente, adesso serve una vera pianificazione
Riserva del Fiume Vera: qualcosa finalmente si muove. È stato
approvato recentemente dalla giunta comunale dell’Aquila un
progetto di salvaguardia e valorizzazione redatto da competenze
specifiche tutte interne all’ufficio ambiente del Comune, per circa
duecentomila euro di lavori provenienti dai fondi Fas. Consideriamo
sicuramente positivo questo provvedimento. Tuttavia vogliamo
sottolineare che sono passati dieci anni dall’istituzione della Riserva
Naturale Orientata e ben trenta anni dalla istituzione della prima
legge regionale che istituiva il Parco del Vera. Legge, frutto della
tenacia e della volontà di alcuni temperesi sostenuti dalle
associazioni ambientaliste; l’istituzione del Parco e le evenienze
scientifiche scoperte hanno permesso a Tempera di varcare i confini
regionali per approdare a convegni italiani ed europei. Sono passati
ben trent’anni senza nulla fare, eppure almeno dopo il disastro del
terremoto ci si attendeva una attenzione particolare al sistema
ambientale del Comune che doveva nascere e crescere con la nuova città
ricostruita e riprogettata. Un sistema ambientale che avrebbe
dovuto comprendere il Vera, il Vetoio, l’asta fluviale dell’Aterno, San
Giuliano, l’area di Roio, gli altri elementi con valori ambientali e
archeologici come l’area di Amiternum e quella di Forcona e altro
ancora. Questo, purtroppo, non è avvenuto (e non c'è stata neanche la
riprogettazione della città dove ci si è fermati a ricostruire
dov’era e “peggio” di com’era), oggi parecchie di queste aree stanno
subendo pesanti pressioni antropiche che rischiano di distruggerle.
Normalmente tutti i Comuni che hanno delle riserve naturali
all’interno del proprio territorio considerano ciò come un valore, le
tengono come fiore all’occhiello dedicandoci attenzione e cura.
Questo, purtroppo, qui non è successo. Nel frattempo intorno al Vera si
perdono importanti elementi, scompaiono pezzi di paesaggio agrario
costruito e gli orti quasi non esistono più. Purtroppo non se la cavano
meglio le altre aree ambientalmente importanti e delicate dove in
alcuni casi (Vetoio e Amiternum) il Comune ha approvato inutili
strade progettate dall’Anas che le dimezzano. Allora che si fa? La
proposta è quella di lavorare intorno a un sistema ambientale
complesso che valorizzi e salvaguardi una “rete” ambientale comunale e
comprensoriale; di proteggere da subito l’area del Vetoio e per la
riserva del Vera costituire gli organismi di gestione, trovare rapporti
di collaborazione con il Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della
Laga e predisporre una pianificazione condivisa dove “appoggiare” i
futuri progetti. Sempre per il Vera, una particolare attenzione va
posta agli elementi di archeologia industriale che stanno per
scomparire. Nel piano degli espropri è fondamentale acquisire tutte
strutture storiche così come è necessario l’acquisizione delle aree
circostanti le Sorgenti. Senza un minimo di pianificazione e di oculata
gestione di un sistema così delicato si rischia di consegnare
l’area ad un futuro incerto.
Giovanni Cialone Alfonso De Amicis
ambientalisti
da il Centro
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