Choc anafilattico, salvato don Gatto
Malore e paura per il montebellunese parroco nell’Abruzzo terremotato
MONTEBELLUNA. Malore per don Giovanni Gatto.
Lunedì sera è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale de L’Aquila per
uno choc anafilattico da farmaco. Ore di apprensione per il parroco
originario di Montebelluna (la mamma vive a Caonada), che è stato
immediatamente soccorso da alcuni parrocchiani che lo hanno trovato
svenuto in casa. Privo di sensi è stato trasportato in auto all’ospedale
del capoluogo abruzzese, dove ora si trova ricoverato nel reparto di
neurochirurgia.Sarebbero bastati pochissimi minuti e la situazione per don Giovanni sarebbe potuta essere davvero drammatica. Non ricorda nulla di quello che è successo, subito dopo cena, nella sua casa di Tempera dove vive da 9 anni. Per diverse ore nella sua mente c’è stato un blackout e grazie al tempismo dei suoi amici si è riusciti a salvargli la vita. «Sono i miei angeli custodi», dichiara il parroco dalla sua stanza del San Salvatore, «Avevo appena finito di cenare e volevo andare a riposare perché non mi sentivo molto bene». Pochi istanti dopo, come un interruttore, la sua mente si è spenta. « Per fortuna con me c’erano tre amici», racconta il parroco, «Hanno avuto subito la prontezza di caricarmi in auto e portarmi in ospedale».
Una corsa contro il tempo mentre per tutto il tragitto don Giovanni, svenuto, non dava nessun cenno di vita. Con il cuore in gola e sperando fino all’ultimo istante di potergli salvare la vita, i soccorritori sono arrivati al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore dove il parroco è stato preso in consegna da un medico che gli ha prestato le prime cure. « Mi sono svegliato a notte fonda nel letto dell’ospedale», continua don Giovanni, « medici dicono che adesso devo evitare lo stress e impegni gravosi, ma per il resto va molto meglio».
Proprio in questi giorni al parroco dovrebbe essere ufficializzato il suo trasferimento nella diocesi di Rovigo. Nel 2009 era rimasto ferito durante il terremoto a L’Aquila. «In città si vive ancora senza normalità a seguito del sisma», rimarca don Giovanni, «Tutto va a rilento e ormai ho perso la speranza di vedere ricostruiti i paesini, le frazioni e ovviamente il centro storico della città. Tanti giovani scappano da qui perché non trovano lavoro. Sono un prete troppo sensibile: è meglio per la mia salute un cambio di rotta. Per questo ringrazio tutti gli aquilani e i veneti che mi hanno aiutato in questi anni con tenacia e solidarietà».
Vera Manolli
da la tribuna di Treviso
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