USI CIVICI , UNA DIVERSA GESTIONE
demanio civico di Tempera
Per diversi anni si è pensato e conseguentemente agito alienando
consistenti pezzi di territorio ricadenti in fondi demaniali, allo scopo
di poterne trarre profitti e poi reinvestire sul territorio. Questa
politica si è dimostrata miope e sbagliata. Non ha tutelato un bene
collettivo non si è avuto lo sviluppo auspicato. Quindi un tentativo
vano ed effimero .L'unico risultato di rilievo è stato quello
di contrapporre ambiente e svilippo. Gli Usi Civici sono nati per
tutelare beni collettivi e metterli a disposizione verso quella parte
di popolazione che storicamente ha sempre vissuto del proprio lavoro.
Obbedendo a questo principio di solidarietà altre regioni hanno
affrontato il tema dei beni comuni con un'ottica diversa e
universalistica. Lo hanno fatto soprattutto avendo in mente la
situazione di crisi sociale e occupazionale che sta vivendo il nostro
paese. La proposta può essere riassunta dallo slogan "la terra a chi la
lavora". Se la crisi produce disoccupazione, impoverimento delle fasce
deboli, tagli allo stato sociale, non più sostegni al reddito, la
risposta di affidare molti terreni agricoli, boschi e casali abbandonati
a giovani e cooperative è un tentativo innovativo e originale di
risposta alla crisi in atto. Soprattutto è un ritorno alla idea
originale degli Usi Civici come beni Comuni. Una politica che mette
insieme mondo agricolo, ambientalismo, sociale e per certi versi turismo
e cultura. Questa mi pare la strada da seguire anche qui nel territorio
aquilano e abruzzese. Altrimenti anche le Amministrazioni Separate sono
destinate verso un lento declino o strumenti di demagogia e di false
promesse. Il convegno tenuto a Barisciano da parte del Parco Nazionale
Gran Sasso Monti della Laga è un buon punto di partenza.

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