TEMPERA, 6
APRILE 2013 – QUATTRO ANNI DOPO
Siamo qui, in questa nuova chiesetta dove innalziamo al cielo
ricordi, preghiere e speranze, dove il verde del campetto, il vociare allegro
dei ragazzi nel gioco, rendono l’atmosfera, tra virgolette, normale; dove il
nostro fiume qui davanti scorre ancora abbondante; dove i rami dei salici, come
sempre all’appuntamento primaverile, si rinfogliano; dove la Madonnina,
nell’edicola vicina, accoglie le cure e i pensieri dei passanti, DOVE TUTTO SEMBRA
NORMALE. Ma, alzando lo sguardo più in largo, troviamo il VUOTO! Anzi neanche
il vuoto, perché attorno troviamo i
resti delle rovine, ricordi di una catastrofe.
Qui accanto sono state
rimontate le campane che ci hanno sempre parlato con il loro suono dall’alto
del campanile e che in passato hanno sottolineato le nostre gioie ed i nostri
dolori. Ora molto più in basso, sovrastano un gruppo significativo: un grande
orologio che non segna più il tempo che passa. E’fermo alla data della sua caduta
smembrato del suo meccanismo: ORE 3,32 del 6 APRILE 2009. Lo affianca la statua
di S. Anna e Maria bambina, miracolosamente indenne recuperata dal totale
crollo della chiesa parrocchiale, quasi a conforto delle future generazioni
visto che S. Anna è la protettrice delle partorienti. Recente è l’aggiunta di
una lastra che porta i nomi delle vittime del sisma a Tempera.
In molti, quattro anni
fa, eravamo proprio qui, ancora inconsapevoli di tutto il resto e atterriti in
una gelida notte. C’erano però anche forti abbracci tra noi e grande
preoccupazione per gli altri, vicini e lontani. Ricordiamoli sempre quegli
abbracci e quel dolore struggente per la perdita a Tempera di otto persone
care: GUIDO (u professore), con sua moglie aveva passato una serena
domenica insieme ad amici. CARMINE, figlio di conterranei, era tornato
nella sua piccola casa in vacanza per le feste pasquali. ARMANDO e SERAFINA,
i nonnetti dell’Ara. Passato l’inverno a Tempera per stare più vicino ai figli,
sarebbero poi tornati col bel tempo nella loro casa in montagna. A tutti loro
diciamo grazie per aver amato il nostro paese. Ricordiamo: DARIO,
giovane vivace di grandi aspettative; la professoressa GIANNINA, la sua
nobiltà d’animo e i suoi meravigliosi balconi fioriti; il pacato aspetto di TOMMASO
a passeggio nei pressi del mulino; ADALGISA, donna discreta e laboriosa.
Il nostro cordoglio si rinnova alle loro famiglie e si
allarga a tutte le altre delle numerose vittime conosciute e non. Il nostro
pensiero va a tutti quelli che in seguito hanno sofferto e ancora soffrono i
disagi della vita post-sisma.
Ci accomuni la speranza che, con questi cari nel cuore, con
l’aiuto di Dio e la saggezza degli uomini, possa tornare la pacificazione degli
animi e la gioia di vivere. CON FORZA! Lo dobbiamo ai bambini che non possono
ricordare la nostra vecchia Tempera e, specialmente ai più piccoli , nati dopo
il sisma, che possano presto vederla rinascere.
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