sabato 13 aprile 2013

Tempera 6 aprile 2013

 
TEMPERA, 6 APRILE 2013  –  QUATTRO ANNI DOPO


Siamo qui, in questa nuova chiesetta dove innalziamo al cielo ricordi, preghiere e speranze, dove il verde del campetto, il vociare allegro dei ragazzi nel gioco, rendono l’atmosfera, tra virgolette, normale; dove il nostro fiume qui davanti scorre ancora abbondante; dove i rami dei salici, come sempre all’appuntamento primaverile, si rinfogliano; dove la Madonnina, nell’edicola vicina, accoglie le cure e i pensieri dei passanti, DOVE TUTTO SEMBRA NORMALE. Ma, alzando lo sguardo più in largo, troviamo il VUOTO! Anzi neanche il vuoto,  perché attorno troviamo i resti delle rovine, ricordi di una catastrofe.
 Qui accanto sono state rimontate le campane che ci hanno sempre parlato con il loro suono dall’alto del campanile e che in passato hanno sottolineato le nostre gioie ed i nostri dolori. Ora molto più in basso, sovrastano un gruppo significativo: un grande orologio che non segna più il tempo che passa. E’fermo alla data della sua caduta smembrato del suo meccanismo: ORE 3,32 del 6 APRILE 2009. Lo affianca la statua di S. Anna e Maria bambina, miracolosamente indenne recuperata dal totale crollo della chiesa parrocchiale, quasi a conforto delle future generazioni visto che S. Anna è la protettrice delle partorienti. Recente è l’aggiunta di una lastra che porta i nomi delle vittime del sisma a Tempera.
 In molti, quattro anni fa, eravamo proprio qui, ancora inconsapevoli di tutto il resto e atterriti in una gelida notte. C’erano però anche forti abbracci tra noi e grande preoccupazione per gli altri, vicini e lontani. Ricordiamoli sempre quegli abbracci e quel dolore struggente per la perdita a Tempera di otto persone care: GUIDO (u professore), con sua moglie aveva passato una serena domenica insieme ad amici. CARMINE, figlio di conterranei, era tornato nella sua piccola casa in vacanza per le feste pasquali. ARMANDO e SERAFINA, i nonnetti dell’Ara. Passato l’inverno a Tempera per stare più vicino ai figli, sarebbero poi tornati col bel tempo nella loro casa in montagna. A tutti loro diciamo grazie per aver amato il nostro paese. Ricordiamo: DARIO, giovane vivace di grandi aspettative; la professoressa GIANNINA, la sua nobiltà d’animo e i suoi meravigliosi balconi fioriti; il pacato aspetto di TOMMASO a passeggio nei pressi del mulino; ADALGISA, donna discreta e laboriosa.
Il nostro cordoglio si rinnova alle loro famiglie e si allarga a tutte le altre delle numerose vittime conosciute e non. Il nostro pensiero va a tutti quelli che in seguito hanno sofferto e ancora soffrono i disagi della vita post-sisma.
Ci accomuni la speranza che, con questi cari nel cuore, con l’aiuto di Dio e la saggezza degli uomini, possa tornare la pacificazione degli animi e la gioia di vivere. CON FORZA! Lo dobbiamo ai bambini che non possono ricordare la nostra vecchia Tempera e, specialmente ai più piccoli , nati dopo il sisma, che possano presto vederla rinascere.
                                                                                                                                                                                     CLELIA

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