mercoledì 22 giugno 2011

Terremotati, don Gatto si appella allo Sportsystem

MONTEBELLUNA. Più solidarietà dalla capitale della calzatura sportiva probabilmente don Giovanni Gatto, il parroco di Tempera originario da Caonada, se l’attendeva in vista della ricostruzione della chiesa distrutta dal terremoto che ha colpito L’Aquila. Invece solo tre aziende montebellunesi hanno dimostrato tangibilmente la loro solidarietà. «Solo tre ditte montebellunesi mi hanno aiutato nella solidarietà post sisma - spiega don Giovanni Gatto - la Bb Mobili di Sandro e Bruno Battaglia, la Roces e la Lotto calzature». Da tutte le altre quindi niente, nel momento in cui il sacerdote montebellunese si appresta a presentare il progetto di ricostruzione della chiesa ridotta in macerie dal sisma. «Verso fine mese - aggiunge il parroco di Tempera - presenterò il piano di ricostruzione definitiva della chiesa di Tempera, quella rasa al suolo dal terremoto». Che richiederà spese ingenti, tanto che don Giovanni Gatto sta meditando di lanciare un altro appello per la solidarietà. «Più in là - spiega - con l’autorizzazione dei miei due vescovi, chiederò ufficialmente altri aiuti, ma prima devo essere sicuro che mi approvino i progetti. Altrimenti vorrà dire che la mia parrocchia e tutta L’Aquila moriranno lentamente». Una considerazione amara quella del sacerdote montebellunese, legata a come procedono i lavori di smaltimento delle macerie. Non sono tornate le carriole nel centro storico, ma nemmeno si sono fatti molti passi in avanti dopo la protesta delle carriole. «Sono lentissimi a smaltire le macerie - puntualizza il parroco di Tempera - nonché per tutto il resto. Sono stanco di vedere politici che sanno solo litigare. Chiedo al buon Dio che mi doni altra pazienza e sapienza per decidere secondo il volere di Dio». Intanto il sacerdote che si è salvato grazie alla sua cagnetta dal crollo della canonica, oggi sarà a Montebelluna, a Caonada, dove martedì celebrerà la messa per l’anniversario della scomparsa di suo padre Ferruccio.
- Enzo Favero
da la tribuna di Treviso

Nessun commento:

Posta un commento