TEMPERA. Alfonso De Amicis, ambientalista di Tempera scrive: «L'anno volge al termine. Così pian piano ci avviciniamo a quella terribile notte d'aprile. La memoria è una prerogativa fondamentale per "ricostruirci". Tuttavia in quello che rimane di Tempera nulla è cambiato. La quotidianità fatta di violenza degli sguardi su un orizzonte precario. Macerie che sono lì a ricordarti la difficoltà di un briciolo di avvenire. Frammenti di vita. Se vuoi portare da mangiare al tuo cane o portarlo a passeggio devi passare tra cumuli di sassi e calcinacci vestigia, sfasciume, rottami. Vuoi andare a trovare il tuo compare o Maria che abitano ai Map (non case)? Passi sui resti di Tempera. Macerie appunto, ma dove abitano i resti di una "civiltà" in frantumi. Lavatrici, specchi, boiler, icone religiose. Un magma di un mondo imposto, non modificabile. Conosco le difficoltà di un simile lavorio ma se non ora quando iniziare ad affrontare la questione da risolvere? Credo sia necessario che la Regione ed il Comune affrontino il problema mettendo a disposizione quelle strutture adatte a tale compito, soldi organizzazione e mezzi. Un passo necessario e primario verso la ricostruzione. Mettersi in movimento insieme ad altri paesi senza nessuna competizione sapendo che la solidarietà tra le singole realtà è una condizione immanente per la rinascita.
da il Centro
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