giovedì 4 aprile 2013

Sequestrati i MAP di Tempera 2.

INDAGATI IMPRENDITORI CHE HANNO MESSO POCO FERRO E LAVORATO MALE

ARRESTATO EX TECNICO PROTEZIONE CIVILE
CHIUSE UN OCCHIO SU MAP SCADENTI

L'AQUILA - Un tecnico pugliese in servizio presso il dipartimento della Protezione civile, il maresciallo del Genio militare Rocco Ragone, è finito agli arresti domiciliari per i reati di corruzione, peculato, estorsione, falso e truffa ai danni dello Stato nell'ambito della prima emergenza post-sisma del 2009.
Tra le tante accuse gli viene contestato di aver favorito una ditta e chiuso un occhio sulle irregolarità in un appalto che ha portato alla realizzazione di casette post-sisma, i Map (moduli abitativi provvisori) di pessima qualità. Inoltre, ha utilizzato auto pubbliche legate al suo ruolo per viaggi personali. In un caso si è anche finto militare delle Fiamme Gialle per minacciare un'agenzia funebre e farsi scontare un funerale.
In molti casi, le 'casette' presentano, come si legge nell'ordinanza, "difformità rispetto alle prescrizioni tecniche della stazione appaltante", che hanno creato agli inquilini "disagi dovuti a continui malfunzionamenti".
Per questo sono stati sottoposti a sequestro i map di Cansatessa-San Vittorino, Arischia (dal n°1 al n°5) e Tempera 2 (dal n°2 e n°4).
Il gip, peraltro, "autorizza gli occupanti degli stessi all'utilizzazione dei Map finio alla data del 15 aprile 2013", mentre custode dei beni sequestrati è nominata Patrizia Del Principe, responsabile del servizio Assistenza alla popolazione del Comune dell'Aquila.
Sono 10 in totale gli indagati nell'ambito dell'operazione della procura della Repubblica dell'Aquila. A firmare il provvedimento richiesto dal pubblico ministero Antonietta Picardi è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale dell'Aquila Giuseppe Romano Gargarella, al termine delle indagini curate dalla Guardia di finanza del capoluogo.
La vicenda si riferisce ad appalti della prima emergenza di quattro anni fa, quando il dipartimento della presidenza del Consiglio gestiva con poteri assoluti, ma gli illeciti sono proseguiti fino al 2011.
Lo stesso giudice ha disposto il sequestro preventivo dei beni nella disponibilità dell'indagato, risultati di valore sproporzionato rispetto alle fonti di reddito dichiarato.
Nell'inchiesta sono coinvolte altre 6 persone, in particolari imprenditori ritenuti compiacenti nei confronti del principale indagato da parte degli inquirenti.
Nei confronti di un primo imprenditore, al quale è stato contestato il reato di corruzione e di frode nelle pubbliche forniture, è stato disposto l'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Per gli altri cinque indagati, tutti imprenditori della provincia dell'Aquila, Teramo e Potenza, accusati di frode nelle pubbliche forniture, il gip ha decretato l'avvio dell'iter per la sospensione dell'esercizio dell'attività imprenditoriale.
LA PROTEZIONE CIVILE: NON LAVORA PER NOI
"Il Dipartimento della Protezione civile, senza entrare nel merito della vicenda che coinvolge Rocco Ragone e sulla quale sta lavorando la magistratura, precisa che Ragone non è in servizio presso il Dipartimento".
Lo scrive la Protezione civile in una nota in riferimento alla vicenda "mappopoli".
"Egli, dipendente del Genio Militare, ha fatto parte della task force dell’Esercito cui era stata affidata la realizzazione di alcuni moduli abitativi provvisori - prosegue il dipartimento - in seguito, dal 21 novembre 2011 al 15 settembre 2012, ha prestato la propria attività in comando presso la struttura di missione istituita per gestire le procedure amministrative connesse alle occupazioni d’urgenza e le espropriazioni".
TUTTI GLI INDAGATI

Il principale indagato, sottoposto agli arresti domiciliari, è Rocco Ragone, 51 anni, originario di Mola di Bari (Bari), maresciallo dell'Esercito italiano in servizio presso la Protezione civile nella task force "Gran Sasso", creata per la verifica dell'esecuzione dei lavori di costruzione dei Map e il rispetto delle ordinanze di palazzo Chigi.
Secondo gli investigatori è lui che ha chiuso un occhio consentendo agli imprenditori di costruire in modo difforme, configurandosi in questo modo i reati di frode e inadempimenti nelle pubbliche forniture.
Gli altri indagati sono Luigi Giammarino, 39 anni, di Atri (Teramo); Maria Savini, 36, di Teramo; Mauro Rinvenuto, 50, di Vittorito (L'Aquila); Alvaro Tollis, 49, di Sulmona (L'Aquila); Massimo Di Donato, 50, di Teramo; Giancarlo Di Bartolomeo, 46, di Teramo; Nicola Gioscia, 63 anni compiuti proprio oggi, di Laurenzana (Potenza). Tra gli indagati ci sono inoltre presenti due omissis.
LE ACCUSE

Secondo l'assunto accusatorio il principale indagato ha sfruttato la propria posizione nell’ambito della struttura appaltante per le opere di somma urgenza realizzate dopo il sisma di quattro anni fa.
Nel corso delle attività investigative, tecniche e dinamiche, si è potuto accertare che l’incaricato di pubblico servizio, inquadrato come sottufficiale del Genio militare, ha usufruito di beni destinati al suo ufficio per scopi personali: in particolare, autovetture fornite regolarmente dalle imprese alla stazione appaltante.
È stato svelato, inoltre, come si sia reso responsabile di una serie di reati (corruzione, falso, frode in pubbliche forniture), commessi grazie a imprenditori compiacenti nel corso dell’anno 2011.
In questo contesto, è emerso che ha ricevuto come regali un carrello appendice e una utilitaria da parte di una ditta, favorita nell’esecuzione di lavori appaltati, che aveva realizzato, con la necessaria complicità del sottufficiale, le strutture di alcuni Map con materiale scadente e in modo difforme dalle norme di costruzione.
Inoltre, in occasione di un funerale di un parente, l’indagato si era falsamente presentato a un’impresa di pompe funebri come appartenente alla Guardia di finanza, minacciando l’invio di un controllo fiscale, ottenendo, così, uno “sconto”.
Nel corso della realizzazione delle platee di alcuni Map sono stati artefatti i campioni di calcestruzzo destinati alle prove di resistenza del cemento armato.
Grazie alla collaborazione dell’Università dell’Aquila sono state riscontrate alcune carenze strutturali che gli enti preposti, informati dalla Procura della Repubblica, dovranno sanare.

da abruzzoWeb

Nessun commento:

Posta un commento