giovedì 26 luglio 2012

Alfonso De Amicis :dalla padella alla brace.

Gentile direttore vorrei aggiungere alcune note sulle riflessioni di Giustino Parisse su "Piani di ricostruzione il grande bluff del post terremoto". Subito dopo il sisma, diversi stimati storici ci ammonirono circa l'adozione dei piani di ricostruzione. Erano persuasi che attraverso piani particolareggiati, si potesse procedere alla ricostruzione del centro storico dell'Aquila delle sue frazioni e dei borghi del cratere. Variazioni urbanistiche si proponevano qualora si fosse in presenza di abbattimenti, magari con recuperi di spazi o simili. Inascoltati. Quello che sorprende (sorprese?) è l'autismo della classe politica aquilana, della sua élite. Si comprende benissimo il disegno della Protezione Civile( s.p.a.?), fallita per un soffio. Una rappresentazione complessiva di "governance" che sta a significare tecnica di "comando" , senso "culturale", orientamento civico. Esso è avvenuto attraverso un'enorme flusso finanziario accuratamente controllato e veicolato, una struttura commissariale verticistica poco trasparente, condita con il linguaggio e le "battute" del vecchio capo supremo del governo. La supervisione era demandata al plenipotenziario della Protezione Civile. Bertolaso l'hai visto più? L'uso smodato del corpo artificiale del venerato vecchio e il senso della modernità dell'Olgettina costituivano un altro archetipo, buono per la decadenza italica e lo smarrimento aquilano. Quell'epoca è finita e tra di noi non vi è stata la ben che minima autocritica. Cosi siamo passati dal linguaggio dell'Olgettina al linguaggio algido del governo dei tecnici. Siamo sotto la penombra della finanza. Bisogna razionalizzare la "governace" per cui si è imposta la fine del commissariamento e delle sue spese, le sue lungaggini, il suo armamentario da califfato ma... Niente soldi alle seconde case, con tanti saluti alla storia medioevale aquilana. La storia e la cultura non fanno finanza. Poi, domani chissà, che non arrivi qualcuno, punta di diamante di qualche società finanziaria che ricostruirà il borgo "nuovo", da mettere sul mercato del tempo libero, per i nuovi "ricchi" asfissiati dalle grandi città. Borghi nuovi ma senza anima. I paesi sfortunati potranno avviarsi verso nuove "Amiternum", forme di archeologia moderna. Ad una mail (la mail è del Prof. Cao Preside della Facoltà di Architettura di Camerino che risponde alle domande del Direttore di un foglio locale) giratami da un temperese e che ha per oggetto il piano di ricostruzione di Tempera e di altri comuni del circondario aquilano ho cosi risposto. "A me pare che ci siano, indirettamente, delle conferme su quanto denunciato dalla stampa locale. Le mie riflessioni esulano dagli aspetti legali. La legalità, la sua applicazione sarà oggetto di indagini e decisioni della Magistratura. Interessa capire ,comprendere l'humus culturale, o meglio la sottocultura in cui sono nate e cresciute simili meccanismi e bizzarrie ricostruttive. A pensarci bene il sistema di "Comando e Controllo" della Protezione Civile è stata la genesi. Ha omologato e amalgamato il territorio su cui esercitare una sorta di signoraggio. Resta un mistero del come sia stato possibile che molti si siano fatti abbacinare come gatti investiti dalla luce notturna. Ma oggi di fronte alle nuove difficoltà del presente, sarebbe necessario una più profonda e complessa riflessione. I sindaci, prima folgorati dall'antenato "premier" e dal suo plenipotenziario, oggi si mostrano critici nei confronti di un governo appoggiato dai loro partiti di riferimento. Essi farebbero bene ad uscire dalle lagnanze di circostanza e comprendere che Barca è l'espressione di quei poteri forti nazionale transnazionali fedeli alla logica dell'austerità e della finanza. Sarà senz'altro una persona educata, rispettabile ed onesta, ma credo che alcune sue affermazioni e atti concreti siano tecnicamente e fortemente custodi del mantenimento della spesa, a discapito della ricostruzione dei paesi devastati dal sisma del 6 aprile. Spesso il discorso viene condito con la retorica dello "spreco". Eravamo tutte cicale a nostra insaputa. Dalla padella alla brace.

Tempera, 26 luglio 2012 Alfonso De Amicis

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