COMUNE DELL'AQUILA AL GOVERNO, PER IL CENTRO STORICO 4MILIARDI E 300MILIONI DI EURO
Il Governo aveva chiesto al Comune dell'Aquila una stima dei costi per ricostruire il centro storico e finanziare i Piani di ricostruzione, ed oggi al tavolo di Cicchetti, cui ha partecipato anche il sottosegretario Letta, quei conti sono stati portati. Quattro miliardi e 300milioni di euro circa, contro i 3miliardi e 200milioni previsti dalle strutture commissariali solo per il capoluogo, con la città storica, le aree a breve, quelle di frontiera e l'asse centrale. Senza considerare quindi l'edilizia pubblica, gli edifici di culto ed i sottoservizi, che andranno ad attingere ad altre linee di finanziamento. Questa è la proposta fatta in mattinata al Governo, e presentata alla stampa nel pomeriggio dal Sindaco, dall'assessore alla ricostruzione Di Stefano, dai dirigenti Fabrizi e Santoro e dal consulente Daniele Iacovone: se al Governo andrà bene si proseguirà con i progetti, partendo subito dove si può partire con il restauro conservativo, previsto sul 70% del centro storico, e sul restante 30% con le riqualificazioni attraverso Piani attuativi, su zone tipo la Lauretana, San Pietro o Villa Gioia, evidentemente da ripensare dal punto di vista urbanistico, come pure l'area della Prefettura ed in sostanza una nuova idea di città, da condividere secondo loro, in un momento successivo. E' tutto pronto, manca qualcosa su San Domenico ma intano i conti li hanno fatti, ha specificato l'assessore Di Stefano. Conti basati sul costo base della ricostruzione stabilito dalle ordinanze, 1.200 euro a metro quadrato, cioé il costo di riferimento dell'edilizia residenziale pubblica, raddoppiato se si tratta di edificio vincolato o maggiorato del 60% se è un edificio costruito più di 70 anni fa, e del 25% circa, se considerato ordinario. Questa è la suddivisione che il Comune fa del centro storico aquilano, calcolando l'intera superficie da ricostruire e non il tipo di edificio, così da eliminare le differenze delle seconde e terze case, con cui dire al Governo i miei conti sono questi. Chiedono maggiorazioni per i cantieri del centro storico e per gli impianti, che costeranno di più al cittadino; come pure chiedono che sia il progettista a decidere dentro un budget, quanto spenderà per la sicurezza e quanto invece per i lavori, eliminando così i limiti precisi che l'ordinanza stabilirebbe già a monte. E' stata poi chiesta la maggiorazione per i sottosuoli soggetti ad amplificazione sismica, stabilendo regole diverse per gli aggregati, dove insiste un edifico pubblico collegato ad uno privato, per cui dovrebbe spettare a quest'ultimo, lo stesso standard di sicurezza del pubblico, e cioè il 100% anziché il 60% già previsto. Il Comune dell'Aquila punta poi ad ottenere costi maggiorati per gli stucchi e per gli affreschi di rilievo, e soprattutto a rivedere il decreto 45, quello per cui sarebbe una commissione, a stabilire di volta in volta, se un edifico è di pregio oppure no. Il metodo per loro è questo, una maggiorazione sul costo base, prevista a priori per tutti gli edifici. I tecnici del Comune hanno preso questa gran quantità di dati dalle schede progetto presentate dai cittadini per gli aggregati, distinguendo così il tipo di abitazione, principale e non o commerciale, per stimare alla fine, il costo della ricostruzione dell'intera superficie abitata, puntando soprattutto alla sicurezza, quindi alla prevenzione. Per quanto riguarda le frazioni, sono già pronti i Piani di ricostruzione per Tempera e per Onna, per cui dopo i passaggi in Consiglio comunale, si dovrebbe firmare l'intesa con Chiodi, ma sarebbe impossibile parametrare costi standard, secondo Di Stefano, visto che le frazioni aquilane non hanno subito lo stesso tipo di danno. La base per partire a questo punto ci sarebbe, bisogna ora vedere, secondo quanto riportato da Cialente, se saranno modificate le linee guida di Chiodi, e quindi se si potrà procedere per Piani stralcio, come quello sull'asse centrale, ma se così non fosse l'amministrazione prevede una valanga di ricorsi al Tar, per i quali Chiodi, dovrà assumersi ogni responabilità.
Alessandra Cococcetta
da l'editoriale
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